imageDurante le ferie Agostane, come a fine anno, siamo portati a riflettere sulla nostra vita. Nel relax e nell’ozio ci ritroviamo a pensare a quello che stiamo facendo, al lavoro, alla vita personale e spesso anche al nostro aspetto esteriore.
Indipendentemente dall’argomento guardiamo a noi come raramente accade, a volte addirittura riusciamo a farlo in maniera dissociata, a volte giungiamo a conclusioni o prendiamo decisioni, quasi mai poi diamo seguito a quanto deciso.
RIMANDIAMO, aspettiamo, troviamo scuse.
Così il tempo passa, e noi siamo lì a lasciarci vivere, a subire gli accadimenti a giustificarci e magari a fine anno o la prossima estate saremo più o meno a fare le stesse riflessioni.
La verità è che non troviamo la forza per essere quello che vogliamo. Da quando siamo nati facciamo quello che gli altri si aspettano, con i genitori, a scuola, nel lavoro, spesso anche nel privato, sempre a fare quello che altri si aspettano, tanto da faticare a capire cosa vogliamo noi veramente. Sempre a porci la domanda…ma cosa diranno, cosa penseranno, che succederà…mai una volta a chiederci COSA VOGLIO VERAMENTE? COSA MI FAREBBE STARE BENE? COSA MI DAREBBE STIMOLI O MI DIVERTIREBBE?
HO conosciuto un uomo che per 40 anni ha fatto un lavoro che odiava, prima per mantenere mamma e fratelli, poi la sua famiglia e crescere i figli, poi per andare in pensione. Infine una volta in pensione si accorse che i figli non lo conoscevano veramente, non lo stimavano, lo consideravano una persona spenta senza interessi, ma lui non era quello, lui non si sentiva così, eppure per tutti lo era.
Si rese conto,finalmente, di cosa non si era mai chiesto, si fece le giuste domande e subito vide tutto diversamente, incredibile, lo vidi piangere come un bambino e poi, in pochi giorni, vidi quello che era veramente, aveva una nuova luce, era una persona eccezionale.
Mi ha richiamato la scorsa settimana, è felice, con la famiglia va benissimo, ha un hobby che avrebbe potuto essere il suo vero lavoro e vive come un ragazzino.

Anche nel lavoro come nella vita di tutti i giorni bisogna essere veramente quello che siamo, solo così daremo il massimo.
Seguendo piloti motociclistici di giovane età noto in loro la sofferenza, in pista, di dover stare dietro magari ad un campione per “copiarne” la guida. Quando chiedo loro di seguire e copiare si sentono sminuiti, preferiscono provare a passare pur rischiando di sbagliare, addirittura quando subiscono un infortunio perché hanno osato sembrano soffrire meno di quando accade in circostanze differenti.
Non è sempre furbo osare, ma lo è ancor meno passare la vita a stare dietro a copiare.
Le risorse le abbiamo non sprechiamole, meritiamo di più e dobbiamo pretendere di più.
Per ferragosto facciamoci qualche domanda giusta, tipo: COSA CONTA ORA PER ME? ( identifichiamo 3 cose) e poi COSA STO FACENDO PER REALIZZARE/ALIMENTARE QUESTE COSE?

COINCIDONO LE RISPOSTE?